Alcuni esempi:
a)Il primo riquadro,o stanza,del palazzo,corrisponde alla parola“Pater”(n° 1);
b)Il riquadro al centro,o stanza,del palazzo,corrisponde alla parola“da”(n° 25);
c)L'ultimo riquadro,o stanza,del palazzo,corrisponde alla parola“malo”(n° 49).
Il primo riquadro è legata alla prima parola della preghiera:“Pater”=“Padre”.La traduzione letterale in cinese è:“fu qin”=父亲.
Il carattere“fu”父può essere associato a“ascia”=“fu tou”斧头.
Il carattere“qin”亲include due altri caratteri:lì立=stare in piedi,mù木=legno.
In questo caso l'associazione all'immagine n.1 vorrebbe essere un padre in piedi vicino ad un albero con un' ascia in mano.Abbiamo associato questa immagine mentale anche con la prima carta dei Tarocchi,Il Bagatto,un uomo in piedi.
Nel riquadro 25(quello del centro)troviamo la parola:“da”=dare,parte della frase“dacci oggi il nostro Pane quotidiano”.Ciò è tradotto con“gěi”给,carattere composto da:sī丝=seta,rén人=uomo,kǒu口=bocca.
Giulio Camillo ha indicato i riferimenti mitologici per questa cornice:l'Eroe latino Enea col ramo dorato per penetrare negli Inferi.L'immagine potrebbe anche essere un uomo,magari un amico,con un mantello di seta e un ramo dorato.
Il riquadro n.25 è proprio il centro della piazza magica e racchiude il tema piu'importante della religione cristiana:il dare,l'essere generosi.
L'ultimo riquadro(n.49)contiene la parola finale della preghiera:“malo”=il Male,parte della frase“liberaci da tutti i mali”.La parola corrisponde al cinese“mó guí”魔鬼.
Pensiamo che Matteo Ricci potrebbe aver introdotto in questo riquadro il concetto di Bene che supera il Male.L'idea potrebbe essere infatti ben rappresentata dal collegamento fra i valori cristiani e quelli confuciani:il carattere“mó”魔potrebbe,per questo,essere frammentato in:fáng zi房子=casa,lí n林=foresta.
Dall'altro lato,il concetto di Bene può essere ben rappresentato perfettamente da“hǎo”好,suddiviso in:nǚ女=donna,zi子=figlio.
Si può visualizzare in questo modo la meravigliosa immagine che ci ha dato Matteo Ricci della Vergine Maria che tiene fra le braccia il Figlio Gesu'Cristo e uccide coni piedi il Diavolo rappresentato dal Serpente.Qualcuno potrebbe anche visualizzare una casa immersa in una foresta come sfondo di questa immagine sacra.
Il gioco delle corrispondenze fra le diverse parti del Palazzo della Memoria trova perciò la sua sintesi nei concetti poc'anzi espressi:all'inizio il Padre e alla fine la Madre passando per la figura centrale del dare inteso come Amore.
Matteo Ricci e la Lingua Cinese:
Giorgio Casacchia & Mariarosaria Gianninoto
A Matteo Ricci,nome cinese Li Madou利玛窦,alias Xitai西泰(1552—1610),si deve,com'è noto,una sterminata produzione di opere sulla religione,ma anche sulla scienza e la cultura occidentale in cinese,oltre ad un numero considerevole di opere sulla cultura classica cinese in latino e in altre lingue occidentali.
Meno noti sono forse invece i suoi scritti sulla lingua cinese,che pur rivestono,al pari delle altre sue opere,un'importanza difficilmente sottovalutabile.
è infatti al gesuita italiano che vanno ascritti almeno tre meriti fondamentali:l'aver redatto uno dei primissimi dizionari bilingui della lingua cinese in una lingua occidentale,l'aver elaborato uno dei primi sistemi di trascrizione del cinese con le lettere latine,l'aver inventato il sistema di notazione dei toni coni segni diacritici soprascritti alle sillabe.
1.Le osservazioni sulla lingua cinese in“Della entrata della Compagnia di Giesù e Christianità nella Cina”
La fonte più importante delle riflessioni di Ricci sul cinese è Della entrata della Compagnia di G iesù e Christianit à nella Cina【3】,il quale offre,pur confinandola in più ampio capitolo dedicato alle arti liberali e alle scienze,una prima presentazione della lingua e della scrittura cinese,dove già si trovano i capisaldi di quella che sar à la visione europea del cinese.【4】
Innanzittutto,Matteo Ricci postula la natura ideografica della scrittura cinese,delle“sue lettere,o piuttosto,caratteri al modo degli Hieroglifichi degli Egittij”.Dopo aver notato l'esistenza della diglossia fra registro scritto e parlato(“conciosia che il loro parlare sia assai diverso dallo scrivere,nessuno libro si scrive nel modo commune di parlare”),il Ricci enuncia la teoria del monosillabismo della lingua cinese,sia nella lingua parlata(“tutte le dittioni ?sono monosillabe,benché vi sono molti diphtonghi di due o tre vocali”),sia nella lingua scritta:
per ogni dittione hanno una lettera diversa,senz a nessuna distintione,non solo di vocali e consonanti,ma né anco di sillabe e tanto importa tra loro dire una dittione come una lettera et una sillaba.
Troviamo poi un altro locus classicus della concezione europea del cinese,ovvero il numero amplissimo dei grafemi,accompagnato dalla giusta ma poi trascurata osservazione dell'autore sul numero più limitato di grafemi di uso corrente:
purefannounacomposizionetantoartificiosachenonvengonoadesser le lettere p iù di settanta o ottanta milia,e quelle di che usano ordinariamente puoco p iù di diecie milia che,quanto a quel numero intiero di tutte,né è necessario né nessuno v i è che le sap p i.
Ancora,viene suggerita l'idea dell'ambiguità e inintelligibilità del cinese:
molte lettere sono dell'istesso sono,sebene di diversa f igura e ciascheduna signi f ica molte cose.Per questo v iene ad essere la p iù equivoca lingua e lettera che si ritruov i,e de nessun muodo p uò scriversi dettando;anz i soventemente nel p arlare si dimandano l'uno all'altro,anco f ra persone eloquenti,letterati e di buona pronunciatione,che ripetano una parola et anco che dichino come si scrive.
Ricci riferisce poi dei toni:
a questa equivocatione di parola sovvengono loro con cinque accenti sottili coni quali diversi f icano quasi ogni p arola;oltre a t a lché una sola sillaba nostra,p ronunciata in cinque modi,signi f icano cinque cose tra sé diversissime.
Un ampio rilievo è dato poi all'importanza della scrittura come veicolo di comunicazione in tutta l'area,al di là dei confini nazionali:
possono molti regni,di lingua diversissimi tra sé,usare et intendersi con una stessa lettera,composizione e libri,come in ef fetto avviene a questa lettera della Cina,che èanco commune al regno di Giappone,di Coria,di Cocincina e di Leuchieo(i.e.Ryukyu),tanto tra sé diversi nella lingua che né una p arola l'intendono gli uni agli altri,e con tutto f acilmente si intendono nello scrivere senza imparare la lingua altrui e dentro della stessa Cina
Infine,Ricci rileva l'importanza della koiné mandarinale,il Cuonhoa(ovvero il guanhua官话):
con tutta questa v arietà di lingue ve ne è una che chiamano Cuonhoa,che v uol dire lingua f orense,di che si usa nelle audientie del tribunale,la quale si impara molto f acilmente in ogni provincia conil solo uso.
2.Il Dicionário português-chinês e il secondo dizionario
A Matteo Ricci si devono anche almeno due opere linguistiche:un dizionario portoghese-cinese e il Xizi qiji西字奇跡“Traccia straordinaria dei caratteri occidentali”.
In realtà,il Dicionário português-chinês【5】,adespoto,fu attribuito da Pasquale D'Elia non solo a Matteo Ricci ma anche a Michele Ruggeri,che l'avrebbero redatto durante la loro permanenza in Cina fra il 1583 e il 1588.Fu probabilmente il primo dizionario di cinese in una lingua europea;si tratta tuttavia solo di una lista alfabetica di voci portoghesi con equivalenti in cinese.
Il testo,in 189 pagine,consiste di un lemmario che occupa le pagine 32—156,preceduto e seguito da note linguistiche,religiose e scientifiche.Il testo si apre con un dialogo di nove pagine,scritto in cinese romanizzato senza toni né aspirazioni(solo occasionalmente è usato l'accento grave),conil titolo di Pin ci ù ven t à ssi gni,【6】dove si immagina la visita di uno studioso cinese ad un missionario e la seguente conversazione su famiglia e vita missionaria.è presumibile che il testo avesse l'intento di aiutare i missionari nella comunicazione coni cinesi e quindi da utilizzarsi come un manuale.è applicata qui per la prima volta la romanizzazione dei caratteri cinesi che Ricci elaborò e di cui si servì ampiamente nei suoi scritti,sebbene non l'abbia mai descritta(del sistema di romanizzazione adottato nell'opera si parlerà nel più avanti).
Le quattro pagine seguenti contengono un testo scritto in caratteri cinesi dove sono esposti i princìpi della fede cattolica,seguono quindi sette pagine con la descrizione delle carte stellari.
In due pagine(pp.24—26)è contenuto un elenco dei caratteri cinesi rappresentanti iniziali e finali.I caratteri per le iniziali sono 339(chiaramente spesso rappresentano la stessa iniziale),quelli delle finali 39,simili a quelle del Z hongyuan yinyun.L'autore della lista è probabilmente uno dei professori di cinese di Ricci.
Nelle pagine 27—31 sono presenti varie liste:lista di antonimi,quattro direzioni,cinque elementi,termini di medicina,tronchi celesti,rami terrestri,radicali,e le 15 province dell'impero Ming.
Il dizionario vero e proprio è organizzato in tre colonne(solo occasionalmente in quattro,nelle pagine 31—34).
La struttura delle voci è la seguente:(a)entrata portoghese(b)romanizzazione del Ricci o del Ruggieri(c)voce cinese ed eventuali varianti e sinonimi(d)(non sempre presente)voce italiana.Ad esempio:
Rir?iiáu笑
Qualora sia presente l'equivalente italiano:
Abaixar fan ti放低bassarsi
Occorre sottolineare come la romanizzazione sia data solo per il primo equivalente cinese,e non per i sinonimi e varianti successivi:
Revelar chi a?min讲明说明话明
Abitar ciu住居在案habitar